La purezza dell’oro è determinata principalmente tramite due metodi: il saggio al fuoco e la spettrometria a raggi X, entrambi utilizzati per garantire che l’oro soddisfi gli standard di qualità e autenticità.
Saggio al fuoco: È uno dei metodi più antichi e accurati per valutare la purezza dell’oro. In questo processo, l’oro viene fuso insieme a una miscela di agenti chimici, come il piombo, che attirano le impurità. La fusione separa l’oro puro dalle altre sostanze, permettendo di pesarlo e di determinare la sua purezza con un’accuratezza superiore al 99%. Questo metodo è comunemente utilizzato per l’analisi in ambienti industriali o laboratori specializzati.
Spettrometria a raggi X (XRF): Questo metodo non distruttivo è largamente impiegato per verificare la purezza dell’oro in modo rapido e affidabile. Un dispositivo portatile emette raggi X sulla superficie dell’oro, generando una risposta che permette di analizzare la composizione del metallo in pochi secondi. La spettrometria XRF è ideale per determinare la purezza senza danneggiare l’oggetto, motivo per cui è preferita dai rivenditori e dai negozi di preziosi.
Altri metodi meno comuni includono il test dell’acido, in cui si strofinano gocce di acido sulla superficie dell’oro per osservare eventuali reazioni, e il test della densità, in cui si calcola la densità del pezzo confrontandola con i valori dell’oro puro.
Il risultato della purezza dell’oro è espresso in carati, dove l’oro puro ha 24 carati, o in millesimi, con 999 che indica un’alta purezza (99,9%). Questi metodi assicurano la qualità e il valore dell’oro sia per i gioielli che per gli investimenti, offrendo fiducia e trasparenza ai proprietari e ai commercianti.