Aprire un conto corrente è una necessità per la maggior parte delle persone, ma i costi associati possono variare molto da banca a banca. Nel 2026, tra spese fisse, commissioni e limiti sulle operazioni, diventa fondamentale capire quanto si spende realmente e valutare alternative per proteggere il proprio patrimonio.
1. Spese fisse: il canone mensile
Il canone mensile è la spesa più evidente di un conto corrente. In Italia nel 2026, i canoni medi si aggirano tra i 3 e i 15 euro al mese per conti base, mentre conti più completi o con servizi aggiuntivi possono arrivare anche a 20-30 euro mensili. Alcune banche offrono conti a canone zero, ma spesso richiedono condizioni particolari, come accredito dello stipendio o uso minimo di carte e bonifici.
Attenzione: il canone non è l’unica spesa. Spesso si aggiungono costi per prelievi, bonifici e operazioni online.
2. Costi variabili e commissioni nascoste
Oltre al canone mensile, le banche applicano spesso costi aggiuntivi poco evidenti:
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Prelievi da ATM di altre banche: da 1 a 3 euro per operazione.
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Bonifici online e allo sportello: gratuiti in alcuni conti, fino a 5 euro per bonifico allo sportello.
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Carta di credito/debito: emissione e gestione annuale tra 10 e 50 euro.
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Servizi aggiuntivi: estratto conto cartaceo, operazioni internazionali, pagamenti POS.
Queste spese possono far lievitare il costo reale del conto fino a 200-400 euro all’anno, anche con un canone base basso.
3. Limiti operativi da considerare
Oltre ai costi, i conti correnti presentano limiti sulle operazioni:
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Numero di prelievi gratuiti: spesso limitati a 2-3 al mese.
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Limiti giornalieri e mensili: per bonifici, pagamenti e prelievi.
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Restrizioni sui pagamenti internazionali: alcuni conti hanno commissioni alte per l’estero.
Questi limiti possono diventare problematici soprattutto per chi viaggia spesso, ha attività freelance o gestisce più operazioni al mese.
4. Alternative al conto corrente tradizionale
Negli ultimi anni, sono cresciute le alternative ai conti tradizionali:
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Banche online e neobank: conti digitali con canone zero, prelievi gratuiti e gestione tramite app.
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Carte prepagate ricaricabili: ideali per budget controllato, con costi di gestione più bassi.
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Investimenti in oro fisico o digitale: l’oro può essere considerato una vera e propria protezione del patrimonio contro inflazione e instabilità bancaria. Diversificare una parte dei risparmi in oro riduce i rischi legati ai conti correnti tradizionali e alle banche.
5. Oro come strumento di protezione patrimoniale
In tempi di incertezza economica, proteggere i risparmi è fondamentale. L’oro rappresenta un’alternativa concreta:
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Valore stabile nel tempo: l’oro mantiene il suo potere d’acquisto, a differenza della valuta cartacea.
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Liquidità: può essere venduto rapidamente sul mercato.
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Diversificazione: riduce la dipendenza dal sistema bancario.
Investire in oro non significa abbandonare il conto corrente, ma usarlo come strumento per proteggere e diversificare il patrimonio.
6. Conclusione
Nel 2026, un conto corrente in Italia può costare da pochi euro al mese fino a diverse centinaia all’anno, considerando canone, commissioni e spese nascoste. Valutare attentamente le alternative digitali e considerare strumenti di protezione patrimoniale come l’oro può aiutare a gestire meglio i risparmi e a ridurre i rischi finanziari.


